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Intervento dell'Ambasciatore alla conferenza internazionale “Geopolitical Structures of the Post-Soviet Space”

04.12.2013 г.

Intervento di S.E. Evgeny Shestakov, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica di Belarus nella Repubblica Italiana, alla conferenza internazionale “Geopolitical Structures of the Post-Soviet Space”

Università degli Studi di Roma “Sapienza”

4 dicembre 2013

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)

 

Gentili Signore e Signori,

La portata e la dinamica dei processi di integrazione che si stanno sviluppando nello spazio postsovietico negli ultimi due decenni, il loro sempre più tangibile impatto sulla vita dei giovani Stati della nostra regione e sui loro rapporti con i vicini attirano una crescente attenzione non solo negli ambienti di politica estera stranieri, ma anche in quelli accademici, il che è confermato anche dall’evento di oggi.

Un esempio lampante delle priorità della partecipazione della Bielorussia ai progetti di integrazione internazionale nello spazio postsovietico è dato dal motto della presidenza bielorussa della Comunità degli Stati Indipendenti nel 2013: “Un’integrazione per il bene della persona: rafforzare relazioni di buon vicinato, sviluppare la cooperazione economica, promuovere la disponibilità delle tecnologie ecologiche “verdi”, ampliare il dialogo interculturale” .

Due dei temi appena elencati – buon vicinato e cooperazione economica – sono fondamentali per comprendere il ruolo della Bielorussia nei processi geopolitici nello spazio ex sovietico.

A nostro avviso l’ambito di buon vicinato comprende la cooperazione internazionale, inclusa quella transfrontaliera, nella lotta contro la criminalità,  terrorismo, traffici di droga e di esseri umani, nonché tesa a prevenzione e liquidazione di situazioni di emergenza.

Nella nostra regione un contributo significativo a questo lavoro spetta all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO). La Bielorussia considera CSTO un’organizzazione capace di proteggere gli interessi nazionali dei suoi Stati membri e quindi svolge un lavoro attivo in seno alla CSTO.

Allo stesso tempo siamo orgogliosi del riconoscimento internazionale del ruolo della Bielorussia come donatore della sicurezza internazionale ed europea ad ovest e ad est dai nostri confini.

A causa della sua posizione geografica e apertura economica la Bielorussia è  fortemente esposta all’impatto della maggior parte dei processi geopolitici mondiali. Pertanto, la sicurezza e le prospettive di sviluppo sostenibile del nostro Paese dipendono anche dal successo dell’integrazione nello spazio economico globale – un obiettivo che nel mondo moderno si raggiuge attraverso una partecipazione efficace ai raggruppamenti di integrazione regionale e organizzazioni internazionali.

La Bielorussia non ci fa eccezione. I processi centripeti si sviluppano ovunque nell’economia mondiale: dalla NAFTA (North American Free Trade Agreement) nordamericana all’ASEAN (Associazione delle nazioni dell’Asia sudorientale) in Asia sud-orientale. Nella nostra parte del continente eurasiatico ad oggi vi sono due maggiori poli di integrazione.

Naturalmente, l’integrazione non è una panacea per le difficoltà economiche né l’unica risposta alle sfide dello sviluppo, comprese quelle globali. Come ogni strumento sofisticato, essa richiede maneggiamento cauto e uso ragionevole, il che genera una varietà di formule e algoritmi di integrazione. Oggi sono ormai diventati luoghi comuni i concetti di integrazione a più strati e velocità, di associazione e così via. Faccio notare che molto di ciò che è ben noto in Italia sulgli esempi forniti dall’integrazione europea così come dalle politiche europee di allargamento e del vicinato, è in qualche misura presente anche in ragruppamenti di integrazione emersi nello spazio postsovietico. Questo, però, non è sufficiente a garantire che la nostra attività di integrazione venga “in automatico” percepita all’estero, anche negli ambienti analitici, senza cliché caratteristici della “guerra fredda”.

Così, una volta la fondazione del primo raggruppamento di integrazione nell’area postsovietica – la Comunità degli Stati Indipendenti – fu interpretata  in chiave geopolitica come una specie di “divorzio civile”. Le successive mosse creative – soprattutto quelle come il lancio dell’Unione doganale e dello Spazio economico comune – furono viste dai loro critici come fantasmi di “risurrezione dell’Impero”. Oggi, le convizioni di quel tipo trapelano, ad esempio, nei modi in cui ad alcuni Paesi della nostra regione viene imposta una “scelta falsa”: “L’Est o l’Ovest?”, nonostante il fatto che i loro interessi nazionali di lungo termine si trovano su entrambi i lati delle frontiere nazionali.

Fin dai primi anni della sua indipendenza la Bielorussia mira ad una più stretta  integrazione nello spazio postsovietico, percependola come strumento per organizzare una cooperazione reciprocamente vantaggiosa alla luce delle nuove realtà politiche: la parità dei diritti dei partecipanti e il valore incondizionato della sovranità bielorussa.

Nel contesto geoeconomico la Bielorussia oggi vuole essere un ponte tra l’Unione doganale / lo Spazio economico comune e l’Unione europea. Di conseguenza per noi questi due processi di integrazione sono complementari e, nel lungo termine, convergenti, come è stato ribadito venerdì scorso dal Ministro degli Esteri bielorusso Vladimir Makei nel suo intervento al Vertice del Partenariato orientale a Vilnius.

Non a caso fu proprio la Bielorussia a presentare, all’epoca, e ne è ancora una convinta sostenitrice, un’idea di “integrazione di integrazioni” che ipotizza la creazione di uno spazio economico comune “da Lisbona a Vladivostok”. Siamo convinti che ciò sia l’unico modo per evitare l’emergere di nuove divisioni e tensioni in Europa e nella nostra area in particolare.

La Bielorussia non si limita all’adesione formale ai raggruppamenti di integrazione – nello spazio postsovietico partecipano a pieno titolo a cinque di questi gruppi: Comunità degli Stati Indipendenti, Stato dell’Unione, Comunità economica eurasiatica, Unione doganale e Spazio economico comune, Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva.

Oggi il nostro Paese è uno dei partecipanti più attivi nella formazione e sviluppo del quadro giuridico e istituzionale dei ragruppamenti di integrazione. Siamo tra i leader nella CSI per il numero dei documenti firmati e ratificati e meritatamente abbiamo una reputazione di uno dei centri di produzione e promozione di ragionevoli iniziative di integrazione. Tra l’altro, il quarter generale della CSI si trova proprio a Minsk – nella capitale della Bielorussia.

La cooperazione bilaterale bielorusso-russa nel formato dello Stato dell’Unione esercita un effetto catalizzante e rappresenta un esempio di integrazione riusita per altri Paesi post-sovietici.

Fino ad oggi il progetto congiunto tra Minsk e Mosca rappresenta un’idea di integrazione più avanzata nello spazio della CSI. Inoltre, in effetti, qui si tratta del primo raggruppamento apparso dopo la scissione dell’URSS che sia riuscito ad arrivare ben oltre la solita zona di libero scambio e in questo modo gettare le basi e sviluppare la “tecnologia” per un’integrazione multilaterale che oggi possiamo osservare nel quadro dell’Unione doganale e dello Spazio economico comune.

Attualmente il quadro giuridico dei rapporti bielorusso-russi comprede oltre 150 trattati internazionali. Le Parti hanno svolto un enorme lavoro di unificazione delle legislazioni nazionali in quasi tutti i settori.

Un meccanismo di integrazione veramente unico nell’ambito della “bilaterale” è rappresentato dai programmi e progetti congiunti che consentono di mettere  in comune capacità e risorse e svolgere un’azione coordinata tra i due Stati allo scopo di affrontare problemi socio-economici e scientifico-tecnologici comuni. Quanto prioritario sia questo versante lo testimonia il fatto che ogni anno il finanziamento dei programmi e progetti congiunti impegna oltre il 90 per cento del budget dell’Unione.

Negli ultimi tre anni l’integrazione economica eurasiatica ha raggiunto un livello qualitativamente nuovo.

Dal 1° gennaio 2010 è in funzione l’Unione doganale tra la Bielorussia, il Kazakhstan e la Russia. Dal 1° gennaio 2012 esiste lo Spazio economico comune. È stata creata la Commissione economica eurasiatica che in termini di competenze e dei compiti assegnati è diventata la prima struttura del genere nello spazio postsovietico.

La rimozione degli ostacoli tariffari e non tariffari al commercio reciproco, la semplificazione delle procedure di commercio estero, la riduzione dei tempi di spedizione delle merci l’eliminazione di tutti i tipi di controlli alle frontiere interne producono i loro effetti positivi. In tre anni – dal 2010 al 2012 — il volume di interscambio commerciale all’interno della “trilaterale” è quasi raddoppiato.

Il buon funzionamento dell’Unione doganale ha permesso di creare nel più breve tempo possibile uno Spazio economico comune – sono già in vigore 17 accordi che ne formano la base.

Oggi lo Spazio economico comune è un mercato colossale da un enorme numero di consumatori. Il successo di questo progetto di integrazione ha suscitato l’interesse per l’introduzione del regime di libero scambio con l’Unione doganale nei Paesi come il Vietnam, la Nuova Zelanda, i Paesi dell’Associazione europea di libero scambio (Norvegia, Islanda, Svizzera, Liechtenstein). Vi sono dichiarazioni di interesse da parte dell’Israele e di altri Paesi e blocchi economici.

Il Kirghizistan, l’Armenia e l’Ucraina hanno esternato la loro intenzone di approfondire le relazioni con l’Unione doganale o farne parte.

Ultimata la creazione dell’Unione doganale e dello Spazio economico comune, si procederà alla formazione dell’Unione economica eurasiatica – una forma di integrazione qualitativamente nuova per lo spazio post sovietico. Entro il 2015 dovrebbe essere completata la codificazione del quadro giuridico dell’Unione doganale e dello Spazio economico comune, sul fondamento della quale ci auguriamo di poter firmare un trattato istitutivo dell’Unione economica eurasiatica.

Al contempo la Bielorussia ritiene che il successo dello Stato dell’Unione, dell’Unione Doganale e dello Spazio economico comune non sia un motivo per rinunciare ad altri formati o ridurre la nostra attività in seno alla Comunità degli Stati Indipendenti.

Anzi, siamo convinti che la CSI non ha ancora esaurito le sue risorse. Al contrario, il suo formato di piattaforma per una consulenza politica di ampio respriro è molto richiesto. Così, un evento chiave della presidenza bielorussa nella CSI di quest’anno è stato lo svolgimento il 25 ottobre 2013 a Minsk della riunione del Consiglio dei Capi di Stato della CSI. La capitale bielorussa ha inoltre ospitato riunioni del Consiglio dei Capi di Governo e del Consiglio dei Ministri degli Affari Esteri della CSI. Un’enfasi particolare è stata posta sullo sviluppo dei partenariati commerciali: a Minsk sono stati svolti il Business-forum e il Forum industriale bielorusso. Un lavoro congiunto e coordinato della presidenza bielorussa e dei Governi dei Paesi-partner ha contribuito ad una graduale attuazione in ambito CSI di quanto previsto dal Trattato sulla zona di libero scambio.

Gentili Signore e Signori,

Come rappresentante della Bielorussia – un Paese che ha maturato una ricca esperienza di partecipazione ai raggruppamenti di integrazione – sono convinto che l’essenza e i contenuti dei processi di integrazione nello spazio postsovietico non si limitano alla loro componente geopolitica e tantomeno alle interpretazioni geopolitiche.

Essendo uno Stato europeo compiuto, indipendente e sovrano che non appartenga ad alcun centri mondiale di potere, la Bielorussia partecipa volutamente nella formazione di un mondo multipolare. Perciò riteniamo che nella nostra area che nel corso dei secoli si è formata come un crocevia di vari progetti di integrazione e non come un’area di interessi privilegiati di chicchesia, non vi sia posto per una contrapposizione geopolitica.

La nostra esperienza dimostra in modo esplicito che un effetto benefico di partecipazione ai progetti di integrazione con altre ex repubbliche sovietiche non è un “instant win” nel “gioco a somma zero”! Si tratta di una funzione naturale della duratura, stretta e multiforme cooperazione tra la Bielorussia e gli Stati-partner in una vasta gamma di settori: dall’umanitario, culturale, scientifico e tecnologico all’economico, politico e militare — di un’interazione  costruita sui principi di rispetto reciproco, uguaglianza e giustizia!

La Bielorussia è sinceramente interessata a sviluppare un dialogo aperto, una cooperazione reciprocamente vantaggiosa, un partenariato genuino con l’Unione europea – anche nel quadro del “Partenariato orientale”. Ci auguriamo che questo progetto abbia un ruolo di strumento di convergenza geopolitica piuttosto che di separazione delle parti orientale e occidentale dell’Europa.

Secondo la maggioranza assoluta dei bielorussi che vivono sul crocevia tra l’Unione europea e quella doganale, entrambi questi grandi raggruppamenti devono contriubuire al consolidamento del nostro continente.

Grazie per la Vostra attenzione !

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