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Incontro di A.G. Lukashenko con i giornalisti stranieri e bielorussi

17.02.2023 г.

Il 16 febbraio il Presidente della Repubblica di Belarus Aleksandr Lukashenko in corso di un incontro con i giornalisti stranieri e bielorussi ha parlato di chi non vuole la pace in Ucraina e in quale caso Belarus sarà pronta a dispiegare l'esercito.

“Sono pronto a combattere insieme ai russi dal territorio bielorusso finora solo in un caso: se sul territorio bielorusso arriverà da lì almeno un soldato per uccidere la mia gente. Se loro commettono un'aggressione contro il Belarus, la risposta sarà spietata e la guerra assumerà un carattere completamente diverso”, — ha sottolineato il leader bielorusso.

Il Capo dello Stato ha fatto invito alle trattative di pace: “Se volete la pace in Ucraina, allora iniziamo a parlare di pace da domani. Ed i cannoni smettono di sparare. Ma voi questo non lo volete".

Il Capo dello Stato ha ricordato come sono stati organizzati i negoziati tra Ucraina e Russia lo scorso anno. Il Presidente è riuscito a convincere le autorità ucraine ad avviare un dialogo con la parte russa. Sul territorio bielorusso si sono svolti alcuni incontri per trattative. L’ultimo incontro si è tenuto ad Istanbul ed allora le parti stavano per concludere un trattato di pace. Ma la delegazione ucraina ha silurato gli accordi.

“Quindi chi non vuole la pace?”, — ha fatto una domanda retorica il Leader bielorusso.

Il Presidente ha ricordato che dal 2020 l'Ucraina è stata in realtà la prima a imporre sanzioni nei confronti di Belarus, ancor prima dei paesi occidentali. “Non gli Stati Uniti, non gli anglosassoni, non l'Europa Occidentale. Ma purtroppo è stata la nostra vicina Ucraina. Loro hanno chiuso il cielo, hanno iniziato a compiere provocazioni, hanno addestrato militanti”, ha elencato il Capo dello Stato.

Ha anche rammentato le dichiarazioni dei politici occidentali,  secondo i quali gli accordi di Minsk sono stati usati come un'opportunità per preparare l'esercito ucraino alla guerra.

Aleksandr Lukashenko ha anche menzionato le azioni delle autorità ucraine nel Donbass e in tutto il Paese, comprese le pressioni sui russi e sui russofoni, la storia delle persone bruciate nel rogo di Odessa: “Questi eventi nel Donbass non sono iniziati con Putin, non con la Russia. E’ iniziato come la rivolta interna nell'Ucraina stessa. E l'impulso a questo è stato dato dal Maidan e dalla fuga: la partenza di Yanukovich in quel momento nel Donbass. È andato lì per ristabilire dal Donbass l'ordine in Ucraina. Tutto è iniziato da questo. Cosa c'entra Putin, cosa c'entra la Russia?"

Rispondendo alla domanda se valesse la pena avviare un'operazione militare speciale, Aleksandr Lukashenko ha dichiarato: “Se guardi dal fatto che avete aumentato le operazioni militari dall'Ucraina e vi stavate preparando alla guerra, allora ne è valsa la pena. Ho la stessa domanda per voi: valeva la pena iniziare una guerra o sarebbe stato meglio dare garanzie di sicurezza alla Russia, che vi ha chiesto su carta … Cos'è questo documento … Niente! Per voi — l'Occidente, l'America, adesso siamo convinti — questo non è niente Ma, in quel periodo, la Russia e Putin vi hanno chiesto di presentare un documento scritto di garanzie di sicurezza che dichiarasse che nessuna aggressione contro la Russia sarebbe stata commessa dall'Ucraina o dall'Europa. E affinché la Russia ne fosse convinta, dovevate confermare che voi non avreste introdotto mai né armi nucleari, né unità missilistiche a lungo raggio sul territorio dell'Ucraina. La domanda è: perché non avete dato alla Russia quel pezzo di carta? Ma perché non avevate bisogno di questo pezzo di carta. Avevate bisogno di una guerra.”

Il Presidente è convinto che l'Ucraina sia stata solo un pretesto per scatenare una guerra, verso la quale spingeva l'Occidente e soprattutto gli Stati Uniti. Inoltre, c'è un interesse per il frazionamento dell'Ucraina.

Tornando alla questione se sia possibile un “aggressione” da Belarus, Aleksandr Lukashenko ha ribadito: “Siamo gente pacifica. Sappiamo cos'è la guerra. Non vogliamo la guerra. E non invieremo le nostre truppe nel territorio dell'Ucraina in ogni caso. A meno che voi non commettiate da lì un'aggressione contro il territorio bielorusso. Ecco la mia risposta. È stata data molto tempo fa.”

Il Presidente ha anche ricordato che la Russia è un alleato di Belarus e i paesi hanno un esercito militare congiunto. Tuttavia, la Russia non ha mai chiesto a Belarus di iniziare una guerra contro l'Ucraina: “La Russia non mi ha mai chiesto di iniziare insieme una guerra contro l'Ucraina. La Russia capisce benissimo che ho un mare di problemi nei pressi di Brest, Grodno e al nord — con la Lituania ”.

In tale situazione Belarus garantisce la sicurezza sulla direzione occidentale. “Lì, in Occidente, vogliono che andiamo lì. E non solo lì. Preferibilmente anche in Polonia, Lituania e Lettonia. Ma ci andremo solo in un caso. Per adesso non vedo altro. Ho un compito importatissimo: devo garantire la sicurezza del Paese, sopratutto ad ovest”, — ha affermato il Presidente. Ha ricordato di averlo affermato nei primi giorni dopo che la Russia ha lanciato l'operazione militare speciale.

Aleksandr Lukashenko ha annunciato le informazioni dell'Intelligence secondo le quali  l'Occidente vuole trascinare Belarus in guerra e lo sogna letteralmente, perché questo consentirebbe, tenendo conto della lunghezza dei confini di Belarus, di estendere ulteriormente il fronte di 2,5 mila chilometri, il che complicherebbe la situazione per le truppe di Belarus e Russia.

“Calcolo corretto. Ma futile, insensato. Non vi daremo questa possibilità. Ma se solo osate mettere un piede sulla nostra terra, la risposta sarà terribile. Gli occidentali sanno come e con quali armi”,- ha detto Aleksandr Lukashenko.

Ha osservato che in Belarus già in tempo di pace ci sono 75mila persone nell'esercito. Ma in più fasi, se necessario, in condizioni di una guerra, si può aumentarne il numero fino a mezzo milione.

“Nessuno ha bisogno della guerra. Finché oggi non c'è un allargamento di questa aggressione, negoziamo la pace. La parte orientale è pronta a questo”, — ha esortato il Capo di Stato.

Allo stesso tempo, crede che l'Occidente e l'Ucraina non siano ancora pronti per questo. “Non solo non siete pronti, sarebbe una terribile tragedia e una catastrofe per voi se i negoziati per la pace iniziassero ora. Avete bisogno di una guerra”, — ha constatato Aleksandr Lukashenko.

A questo proposito, ha richiamato l'attenzione su un altro punto, ovvero, che è proprio l'Occidente invia i mercenari a combattere in Ucraina, già più di 20mila persone. “Quante persone ha mandato Lukashenko lì? Quante? Zero! E voi mi rimproverate?! Non mando la gente lì e non lo farò. In quale caso sarò pronto a farlo vi ho già risposto onestamente e sinceramente”,- ha osservato il Presidente.

Alcuni credono che la Russia non possa vincere questa guerra, ha osservato il Capo di Stato, ma su questo ha un parere diverso: “Possono accadere miracoli e la Russia non vincerà. Ma la Russia non perderà mai la guerra. Mai. E gli americani erano i primi a dire che non è mai successo e non succederà mai che uno Stato con la potenza nucleare, inoltre, la più forte potenza nucleare del mondo, perderà questa guerra”- ha detto il Presidente.

“Ad essere assolutamente franco, il mio punto di vista è che c'è sempre qualcuno con cui parlare di pace. Penso che, per quanto strano possa sembrare, questo dialogo dovrebbe essere condotto — ne sono convinto — con i militari dell'Ucraina. I militari ucraini hanno, per dirla in parole povere, il punto di vista e la posizione differenti dai politici e dal Presidente Zelensky. E Vladimir Zelensky lo sa molto bene. E gli imminenti, come molti già dicono, rimpiazzamenti nel comando militare parlano proprio di questo. I militari più esperti sono i più convinti che la guerra debba essere fermata. Vedrete che, comunque, noi, e soprattutto i russi, dovremmo negoziare con i militari dell'Ucraina. E non ci sarà nessun politico, e voi vedete che tipo di politici ci sono … hanno raccolto le teste parlanti da tutto il mondo. Parlare, sapete, non vuol dire fare. Tutti sanno parlare, ma andare a combattere al fronte, o almeno andarci durante una battaglia … non ci sono andati. Hanno cacciato via Arestovich, il poveretto, e lì ci sono tutti i grilli parlanti. I militari lo capiscono,- ha sottolineato Aleksandr Lukashenko — usano la gente come carne da macello. Sono pronti a sacrificare milioni di ucraini: è una citazione. I militari lo capiscono. Ed i militari saranno in grado di negoziare”.

“Con la Russia potete mettervi d'accordo sull'incredibile. Punto. Sull'incredibile. Ma bisogna fare dei passi in questa direzione. E non porre le condizioni preliminari prima di sederti al tavolo dei negoziati. Dettare le condizioni preliminari tipo lasciare il territorio che hai conquistato,  sembrerebbe giusto, ma in questo caso significa che non vogliono sedersi al tavolo dei negoziati. Pertanto, è necessario orientarsi sui militari, se i politici non lo capiscono- il Capo di Stato ne è convinto — ma non appena qualche altra forza (penso che saranno i militari) si siederà al tavolo dei negoziati, vedrete come canteranno i politici e il Governo dell'Ucraina”.

“Ora c'è l'euforia: "aggressore" e così via. Sembra giusto. E così via e così via. Ora è così. Ma il tempo passerà (vedete in quale situazione sono le persone e non solo nel Donbass, ma anche a Leopoli) — la gente gli chiederà (a Vladimir Zelensky — nota della BELTA) "perché dobbiamo soffrire per tutta la vita, per cosa, cosa c'è dopo …?" Il dopo per Zelensky è una guerra fino all'ultimo ucraino e così via. A chi piace questo? Pertanto, come politico lungimirante, se riesce a guardare un pò avanti, lui non dovrebbe correre per l'Europa Occidentale e chiedere i F-16 o gli altri caccia e i lanciarazzi multipli a lungo raggio. Ma dovrebbe pensare a come fermare la guerra in modo che non muoiano altri 100-200-300 mila ucraini. Ecco di cosa stiamo parlando oggi, -ha riassunto il Leader Bielorusso, — È solo che Zelensky deve capire che lui è un Presidente e questo è il suo Paese, il suo Stato, ed è necessario proseguire con una politica indipendente. Non puoi, (che non può noi già lo vediamo), quindi, lo faranno per te gli altri. Chi — ho già detto. In questa situazione. Forse la situazione cambierà e altre persone negozieranno. Qualsiasi guerra finisce con la pace, quindi finiamola ora. Ora ci sono le condizioni più vantaggiose per l'Ucraina. Mettere fine a questa guerra e andare avanti. E anche qui tutti sosterranno l'Ucraina. E sarò io il primo a farlo. Quando ci sediamo al tavolo delle trattative. Dove volete.”

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